Saint Seiya Hades

Acquario

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Aaron-Hades
view post Posted on 20/6/2009, 12:45     +1   -1




Acquario
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Sicuramente una delle costellazioni più note e antiche, venne disegnata dagli antichi Babilonesi, che videro in questa costellazione una figura di un uomo che reggeva un'anfora. Il Sole entra nella costellazione dell'acquario durante la metà di febbraio fino alla prima metà di marzo, in questo periodo sono comuni i diluvi e comunque è un periodo sicuramente molto piovoso, forse anche per questo si è cercato un associazione con una costellazione che avesse a che fare con l'acqua.

Le principali stelle componenti la costellazione dell'Acauario sono:

a (alfa) Aquarii (Sadalrmelik), mag. 3.0, è una supergigante gialla distante 950 a.l.

b (beta) Aqr (Sadalsuud), mag. 2.9 è una supergigante gialla distante 980 a.l.

g (gamma) Aqr (Sadachbia), mag. 3.8, è una stella bianca distante 91 a.l.

d (delta) Aqr, (Skat) mag. 3.3, è una gigante bianca lontana 98 a.l.

e (ipsilon) Aqr (Albali), mag. 3.8, è una stella bianca distante 110 a.l.
z (zeta) Aqr, distante 76 a.l., è una famosa binaria costituita da due stelle bianche di magnitudine 4.5 e 4.3 orbitanti l’una intorno all’altra con un periodo di 856 anni. Attualmente le due stelle si trovano alla loro distanza minima, vista dalla Terra, e per la loro risoluzione è necessaria un’apertura di almeno 75 mm con un forte ingrandimento.
Dall'Acquario si originano due sciami meteorici: le Eta Aquaridi (4 maggio) e le Delta Aquaridi (28 giugno), entrambi composti da circa 20 meteore all'ora.
La costellazione, molto estesa, occupa 980° quadrati e confina con Pesci, Pegaso, Cavallino e Delfino a nord; con Balena a est, con Aquila a ovest, e con Capricorno, Pesce Australe e Scultore a sud. Non ha stelle brillanti ed è difficile da vedere a occhio nudo. Passa in meridiano nella prima metà di ottobre intorno alle ore 21.

Mitologia greca... e non solo

Il simbolo dell’Acquario è legato ai miti di Prometeo e di
Pandora. Prometeo, colui che ruba il fuoco agli déi per offrirlo all’uomo, è
il personaggio della mitologia che meglio riassume il significato
dell’idealismo disinteressato dell’Acquario, il nobile impulso altruista.
Zeus, geloso dell’abilità e delle attitudini dei mortali, decide d’impedire
loro l’uso del fuoco, simbolo di creatività, con il quale sarebbero stati
troppo simili agli déi. Prometeo, anch’esso un dio Titano, l’assistente sociale cosmico, partecipa alla guerra di Zeus contro
il padre Crono, ma una volta vittorioso è colto da crisi riformistica e
comprendendo il potenziale umano nell’evolvere per raggiungere una maggiore
conoscenza, considera ingiusto l’atteggiamento di superbia di Zeus ed offre
all’uomo il fuoco, permettendo loro l’evoluzione, ma suscitando l’ira del
re degli déi che si vendica incatenando Prometeo ad una roccia. Ogni notte
un’aquila gli rode il fegato sino a che un giorno giunge Ercole a liberarlo.
Prometeo è colui che prevede o il previdente e come tale ha la facoltà della premonizione, ma ha
un fratello-oscuro, Epimeteo che è
colui che apprende solo dopo che
l’evento è accaduto o il
disattento.

Nel mito si leggono nuovamente i simboli dei due governatori del
segno, Urano e Crono-Saturno: Urano è l’inventore, il mago ed il liberatore
che cerca la libertà, penetra il velo dei misteri e distrugge le strutture
ristrette, Saturno, simbolo della struttura e dell’ordine, è la punizione che
Prometeo si attira, rappresentando il senso di colpa che l’Acquario paga per
la ricerca della verità.



Nelle carte celesti l'Acquario è un giovanetto che versa acqua da una brocca, anche se nel suo Fasti Ovidio sostenne si trattasse di una mistura di acqua e nettare, la bevanda degli dèi. Il liquido va a finire in bocca al Pesce Australe.

Un'altra credenza popolare lo identifica con Ganimede, che era ritenuto il più bel ragazzo esistente sulla faccia della terra. Era il figlio del re Tros, da cui Troia prese il nome. Un giorno, mentre Ganimede faceva la guardia alle pecore del padre, Zeus si invaghì del pastorello e si lanciò sulla pianura di Troia sottoforma di aquila, ghermì Ganimede e se lo portò sull'Olimpo (o, secondo un'altra versione, mandò un'aquila vera e propria a fare il lavoro per lui). L'Aquila è ricordata nella costellazione vicina.

Secondo un'altra versione del mito, Ganimede fu prima rapito da Eos, la dea dell'aurora, che aveva una passione per i giovanetti, e solo in un secondo tempo Zeus glielo rubò. Ganimede divenne il mescitore di vino degli dèi, colui che dispensava il nettare dalla sua coppa, con grande fastidio della moglie di Zeuseus, Era.
Mito di poca consistenza questo dell'Acquario, probabilmente a causa del fatto che i Greci hanno voluto imporre una loro storia a una costellazione di provenienza straniera. Sembra infatti che la costellazione dell'Acquario originariamente rappresentasse il dio egiziano del Nilo - ma, come dice Robert Graves, del Nilo non gliene importava molto.

Igino offre un'altra identificazione della costellazione, quella con Cecrops, uno dei primi re di Atene, visto mentre offre un sacrificio agli dèi facendo uso dell'acqua, poiché egli regnò in tempi in cui non si faceva ancora il vino.

Molte delle stelle dell'Acquario hanno nomi che iniziano con «Sad». In arabo, sa'd significa «fortuna». Alfa dell'Acquario si chiama Sadalmelik, da sa'd al-malik, tradotta solitamente come «le stelle fortunate del re». Beta dell'Acquario si chiama Sadalsuud, da sa'd al-su'ud, che dovrebbe significare «la più fortunata delle fortunate». Gamma dell'Acquario è Sadachbia, da sa'd alakhbiya, con il possibile significato di «stelle fortunate delle tende». L'esatto significato di questi nomi è andato perduto anche presso gli Arabi, secondo quanto sostiene l'esperto tedesco di nomi di stelle, Paul Kunitzsch.


Gli oggetti astronomici più interessanti
M 2 (NGC 7089) è un ammasso globulare facilmente visibile con un binocolo o un piccolo telescopio, ma richiede un’apertura di 250 mm per essere risolto nelle singole stelle. M 2 è un ammasso globulare ricco e altamente concentrato, distante 50,000 a.l.

M 72 (NGC 6981), è un ammasso globulare distante 60,000 a.l., molto più piccolo e meno brillante di M 2. È troppo debole per poterlo vedere con un binocolo.

NGC 7009, distante 1450 a.l., è una famosa nebulosa planetaria nota come Nebulosa Saturno per la sua somiglianza con questo pianeta, se osservata con un grande telescopio. Nella maggior parte dei telescopi per dilettanti, con apertura di almeno 75 mm, appare come una ellisse verde-azzurra di 8° magnitudine. La sua stella centrale è di 12° magnitudine.

NGC 7293, distante 690 a.l., è la nebulosa planetaria più vicina al Sole ed è comunemente nota col nome di Nebulosa a elica. È la nebulosa planetaria con la massima grandezza apparente, coprendo 0.25° di cielo, metà della grandezza apparente della Luna. Nonostante le sue dimensioni, la Nebulosa a elica è molto debole e la si può vedere meglio con un binocolo o un telescopio a basso ingrandimento; in tal caso, appare come una macchia nebbiosa circolare, non molto impressionante come sembrerebbero suggerire le sue dimensioni.

NGC 7727, una galassia spirale.

Immagini

NGC7089
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NGC6981
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NGC7009
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NGC7293
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NGC7727
SPOILER (click to view)
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Edited by Aaron-Hades - 20/6/2009, 20:18
 
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view post Posted on 2/7/2009, 22:46     +1   -1
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:o: notevole la NGC7293!!! sembra un occhio!!! è affascinante!
 
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