Kurumada ha dichiarato con tutta franchezza di aver puntato molto su Otoko Zaka, e di aver iniziato a lavorare a questa storia con grandi aspettative e grande piacere, convinto di poter realizzare la storia shonen cui tanto anelava. E in effetti, nei tre volumetti di cui si compone Otoko Zaka si rivela essere una storia classificabile solo con il termine shonen, con manifestazioni di amicizia e di orgoglio maschile del tutto fini a se stesse, come possiamo capire già dal titolo. Otoko Zaka, ovvero Gli alti e bassi della vita di un uomo, incarna perfettamente lo spirito del protagonista Jingi Kikukawa, che per quanto venga colpito e finisca a terra è sempre pronto a rialzarsi senza demordere mai.
La storia e i personaggi di questo manga sono intensi, in effetti, ma la sceneggiatura a quanto pare non è stata abbastanza accattivante per farne un manga lungo e di successo. D'altra parte in questo inizio non è facilissimo capire come andranno ad evolversi le vicende, e soprattutto non è chiara la piega che l'autore intende far prendere alla storia. Non si capisce, insomma, se l'unico vero obiettivo dei personaggi di questo manga sia la semplice voglia di superare se stessi.
E quindi, nonostante alcuni punti in comune con il precedente, fortunatissimo manga di Ring Ni Kakero (primo tra tutti la composizione graduale del gruppo di combattenti, che inizialmente sono nemici del protagonista), nel 1985 Otoko Zaka chiude i battenti dopo soli tre numeri e in qualche modo segna la successiva carriera di Kurumada, che non scriverà mai più un manga nel quale non ci sia fin da subito un vero nemico per il protagonista o per il gruppo di protagonisti. E soprattutto, nel quale i combattimenti per la supremazia non siano accompagnati da colpi speciali.