Saint Seiya Hades

I miei appunti di filosofia, vi potrebbero servire XD

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TOPIC_ICON3  view post Posted on 24/5/2010, 21:57     +1   -1
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Meikai san Kyoto

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ho scritto tutto il programma di filosofia del 1° liceo classico! A qualcuno un giorno potrebbe servire (Rada mi riferisco a te :asd: )

posterò gli argomenti a pezzi

SPOILER (click to view)
scusate per gli eventuali errori ortografici XD


GLI ILOZOSTI

Con il termine greco “ilozoismo” si intende ogni dottrina che concepisca la materia alla stregua di una forza dinamica vivente che ha in se stessa e non al di fuori di se, animazione, movimento e sensibilità. Gli ilozoisti furono coloro che ritennero insite nel mondo l’anima e la sensibilità.

TALETE
L’ilozoista Talete suppone che tutto derivi dall’acqua e che ogni cosa trovi fine in essa. Tutto prende nutrimento da questo elemento e se manca si muore.

ERACLITO
Per Eraclito il principio è il logos, una legge che stà alla base della realtà e segue un principio di opposizione per la quale si sviluppa la tensione dei contrari, dunque ogni cosa esiste perché esiste il suo contrario. Egli infatti afferma che la guerra è madre di tutte le cose. Un'altra interpretazione del Logos afferma che è l’identità strutturale tra pensiero e realtà che stà alla base per scoprire il vero dal falso (Parmenide poi aggiungerà a questo concetto anche il linguaggio).

ANASSIMANDRO
Egli introduce l’Archè, ovvero il principio che ha fondamento nella realtà sia logica che cronologica. Tale principio non venne riconosciuto nell’acqua o in un altro elemento ma nell’apeiron, un principio infinito e indeterminato (e anche deduttivo) nel quale tutto ha origine. L’apeiron è sempre in movimento e si muove secondo una legge necessaria, il Logos (o Nous)

PITAGORA
Pitagora aveva come principio il numero. Ogni oggetto è composto da figure che sono composte la linee, che a loro volta sono composte da punti, e a ogni punto può corrispondere un numero, pertanto tutto è composta da numeri. I numeri pari che formano figure aperte sono imperfetti, mentre i numeri dispari formano figure chiuse e perfette. Il numero 1 è considerato parimpari, lo 0 non esiste perché il nulla non è comprensibile. Dall’opposizione pari –dispari si formano tutte le contrapposizioni (da qui analogia con Eraclito e il suo Logos)

PARMENIDE
Il principio è l’essere che è perfetto, incorruttibile, immutabile, indivisibile, sferico e ingenerato. L’essere è e non può non essere, mentre il non essere non è e non può essere. Parmenide inoltre completa il discorso di Eraclito affermando che esiste identità strutturale tra linguaggio, pensiero e realtà. Il suo tema originario è il contrasto tra verità (Aletheia) e l’opinione (Doxa). La prima si basa sulla ragione e ci porta a conoscere l’essere vero; la seconda si basa sui sensi e ci porta a conoscere l’essere apparente.
 
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view post Posted on 25/5/2010, 17:12     +1   -1
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Meikai san Kyoto

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I PLURALISTI

ANASSAGORA
Con Anassagora si inizia a parlare di filosofi pluralisti, in quanto ritengono che i principi della natura siano molteplici. Secondo Anassagora tutto è formato da semi infiniti che non hanno estensione e si distinguono per qualità. In ogni essere sono presenti tutti i semi ma ciò che ci distingue sono i semi attivi. Esempio: Il libro ha i semi attivi della solidità che sono attivi anche nell’essere umano, ma gli mancano i semi del pensiero, o meglio anche il libro li possiede ma non sono attivi. Il Nous è un principio che da ordine ai semi ed è sempre esistito con il mondo e può essere considerato come un dio. La TEORIA della CONOSCENZA: Anassagora cercò di migliorare la filosofia di Empedocle; Non si conoscono le qualità assolute delle cose, perciò questa conoscenza si basa sulla differenza qualitativa.

DEMOCRITO
Anche per Democrito il principio è molteplice ed è l’atomo. A differenza delle omeomerie (o semi) di Anassagora, l’atomo è un principio quantitativo. Gli atomi infatti anche se piccoli, hanno un estensione e una massa, quindi la differenza tra gli oggetti è considerata quantitativamente. Gli atomi si muovono nel vuoto in modo rettilineo uniforme, ma non tutti vanno nella stessa direzione, e quando si scontrano generano un vortice che attira altri atomi per formare o distruggere nuovi mondi. Questa teoria molto attuale definisce bene due cose: lo spazio è vuoto e al suo interno non vi sono direzioni prestabilite. Per Democrito l’anima è mortale essendo un composto di atomi che si disgregano dopo la morte. La TEORIA della CONOSCENZA: per Democrito la conoscenza avviene nello scontro tra gli atomi del proprio corpo con quelli del mondo esterno.

EMPEDOCLE
Il principio viene rilevato nei 4 elementi di acqua, aria, terra e fuoco. Questi 4 principi connotano tutte le cose e sono regolati da due forze, l’amore e l’odio. Una compone le cose, l’altra le distrugge. Nella contesa tra le due c’è vita. Il dominio di una sola forza non porta alla vita. La TEORIA della CONOSCENZA: se noi siamo composti dai 4 elementi, riusciamo a conoscere la natura che ci circonda, pertanto il “simile conosce il simile” .L’arkè originario di Empedocle è lo “sfero” che con la sua rottura ha creato l’universo.
 
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view post Posted on 25/5/2010, 20:35     +1   -1
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"Houhe o Taraluna, Ron de Rotarel!" Discendente della famiglia Phantomhive e amante segreta di Alois Trancy

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image image image bella idea sizi^^
 
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view post Posted on 25/5/2010, 21:26     +1   -1
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Meikai san Kyoto

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grazie Tri^^ continuo!

I SOFISTI

I sofisti sono filosofi che si interrogano sul linguaggio, sulla sua struttura e del rapporto tra linguaggio e realtà. La parola sofista significa colui che sa, ma nel linguaggio comune è un termine offensivo. Platone è stato colui che ha dipinto negativamente questi sofisti (chiamati da Socrate «prostitute della cultura») sottolineando che si facevano pagare e che insegnavano l’arte della retorica, ovvero il come difendere le proprie opinioni.

PROTAGORA
Protagora aveva 2 tesi. La prima sostiene che intorno ad ogni esperienza vi siano 2 logoi in contrasto tra loro: rispetto ad ogni fenomeno di cui abbiamo esperienza, possiamo difendere delle tesi contrapposte. Protagora connette il problema della forma di governo più giusta con la giustizia in generale attraverso l’esempio dell’atleta. Pertanto non esiste giustizia assoluta in quanto il concetto di giustizia varia a seconda del discorso che si fa sulla giustizia, ovvero della prospettiva in cui si trova colui che analizza. Come seconda tesi spiega la frase “L’uomo è misura di tutte le cose, delle cose che sono in quanto sono e delle cose che non sono in quanto non sono”. Il significato varia a seconda del significato che assume la parola uomo. Se è inteso come individuo, le cose saranno gli oggetti sensibili (relativismo percettivo); se è inteso come comunità le cose saranno i valori della comunità (relativismo comunitario); se è inteso come umanità le cose saranno i valori universali (relativismo umanitario). Esiste una seconda interpretazione di questa tesi. Essa afferma che l’identità tra pensiero e realtà porta a contraddizioni. La conseguenza morale del relativismo (ovvero tutto ciò che penso è realtà) è totalmente assurdo. Se la conoscenza è relativa, anche la giustizia e il bene diventa relativo.

GORGIA
Gorgia estremizza il pensiero di Protagora affermando che non solo non esiste identità strutturale tra pensiero e realtà, afferma che c’è uno scarto notevole anche nel rapporto linguaggio-pensiero. Secondo lui, l’uomo è chiuso nel linguaggio insieme a tutto ciò che noi viviamo, e lo dimostra attraverso 3 tesi: 1- nulla è. 2- se anche fosse non sarebbe conoscibile. 3- se anche fosse non sarebbe comunicabile.
Dimostrazione 1° tesi: La dimostrazione si svolge per assurdo, quindi supponiamo che l’essere sia. Se l’essere è sarà finito o infinito, generato o ingenerato, o entrambe le cose (generato e ingenerato). Se l’essere è infinito allora non sarà in nessun luogo, quindi non è. Se è finito implica il non essere , dunque prima non esisteva e ciò è contraddittorio.
Dimostrazione 2° tesi: Supponiamo per assurdo che l’essere sia, non sarebbe pensabile poiché i pensieri sono discorsi ma in se non contengono l’essere.
Dimostrazione 3° tesi: Supponiamo per assurdo che l’essere sia e sia anche conoscibile, comunque non sarebbe comunicabile, poiché le parole non sono l’essere allora tutto ciò che comunichiamo non è l’essere.
 
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view post Posted on 27/5/2010, 20:56     +1   -1
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SOCRATE
Di Socrate non abbiamo nessun manoscritto. Ha liberamente scelto di non scrivere niente poiché afferma che la filosofia è dialogo. Conosciamo il suo pensiero attraverso Platone. Egli non accetta il relativismo etico/gnoseologico di Protagora e Gorgia e si oppone ai sofisti. I sofisti esponevano i loro temi attraverso macrologie e non permettevano dibattiti. Socrate che non si può arrivare alla verità da soli: si doveva usare il metodo brachilogico, ovvero un discorso dialogato fatto di domande e risposte. Questo metodo è diviso in due fasi: la fase ironica, nella quale veniva cercato il concetto e veniva spiegata la sua falsità e la fase maieutica dove veniva cercata la vera definizione dell’argomento e veniva sempre migliorata. Dunque oltre a migliorare una definizione attraverso il dialogo, il filosofo sa di non sapere al contrario dei sofisti che si credono di essere i più sapienti.
La frase “conosci te stesso” è spesso attribuita a Socrate ma in realtà è pronunciata dall’oracolo di Delfi. Nella 1° interpretazione viene affermato che la verità non si trova all’esterno ma dentro di noi, dunque il fondamento della verità è nel soggetto. Tuttavia questa interpretazione è sbagliata poiché il concetto di “io” all’epoca non esisteva. La seconda interpretazione afferma che la verità è nel dialogo tra gli uomini.

PLATONE

Cronologia
Di Platone abbiamo tutti i dialoghi ma egli non li datava. Non essendo lui il soggetto dei suoi dialoghi diventa difficile capire quale fosse il suo pensiero. Per datarli vennero adottati due metodi:
1° analisi dello stile. Tutte le opere con stile simile venivano datate nello stesso periodo. Tuttavia questo metodo non è infallibile poiché Platone aveva l’abitudine di correggere i dialoghi.
2° valutazione in base alla complessità dei temi (+ complessi = + tardo), ma anche qui sorge il problema che la complessità è un concetto relativo (i dialoghi sono complessi per noi o per Platone?)
Il protagonista principale dei suoi dialoghi è Socrate, ma non in tutti i dialoghi è lui il protagonista (ad esempio nel “Sofista”). Probabilmente Platone impersoni fica tutti i personaggi e attraverso questi bisogna capire il suo pensiero. Le conclusioni non sono mai definite, ma questa ambiguità è cercata consapevolmente.
Genesi del pensiero di Platone
Platone si rifà a Socrate nel tentativo di rifondare la conoscenza su basi più sicure intendendo la filosofia come dialogo aperto, facendo attenzione al problema etico-politico andando alla ricerca della verità per trovare la vera definizione di un oggetto. Si rifà ai sofisti per la necessità di superare il relativismo gnoseologico che implica un relativismo etico, attraverso lo studio del linguaggio.
Nuclei di Platone
- Nucleo Politico: analizza il problema della giustizia, le varie forme di governo che possono reggere la città e tra queste analizza la migliore e tutte le altre degenerate
- Nucleo Etico: analizza il problema del bene, cerca di dargli una definizione e sarà costretto ad elaborare un ontologia
- Nucleo Ontologico: spiega la teoria delle idee che è strettamente connessa al concetto di verità
- Nucleo Gnoseologico: è strettamente connesso con quello ontologico e spiega la teoria dell’anima.

Il nucleo POLITICO

Platone riprende la tesi di Tucidide (l’uomo è diviso tra plenoxia, il volere sempre di più, e filotimia, l’amore per la gloria) in modo più ottimistico, poiché crede di poter infrangere questo tabù attraverso una buona educazione. L’individuo non può cambiare le cose, per una città giusta occorrono cittadini giusti che fanno leggi giuste. Per cacciare i politici ingiusti, occorre la presenza di un tiranno che instauri una repubblica. I giovani devono essere educati dallo stato facendoli allontanare dalle famiglie, mettendo così in luce i veri talenti. Platone vorrebbe applicare il concetto dell’eugenetica, affinché i migliori si accoppiano con i migliori.
La CITTA’ IDEALE dunque, deve essere fatta di cittadini divisi in 3 ceti: contadini, che lavorano per produrre; soldati, che difendono la città; filosofi, che governano la città. Questi ceti sono speculari alla DIVISIONE DELL’ANIMA. L’anima è composta da tre parti: l’anima razionale, l’anima razionale, l’anima desiderante e l’anima irascibile. A seconda del prevalere di una di queste anime, l’uomo viene smistato nei 3 ceti. Bisogna comunque saperla educare per diventare dei buoni contadini, filosofi o soldati.
Platone identifica l’uomo come un animale mimetico e necessita di buoni esempi di buone discipline come l’aritmetica e la geometria che sviluppano la ragione e la logica. Discipline da non seguire sono la poesia e la retorica che corrompono l’animo poiché suscitano passioni.

Le Forme di Governo

Per Platone esistono forme di governo giuste e ingiuste. La più degenerata è la tirannide poiché mantiene il suo potere attraverso il terrore. Quando questo muore, la tirannide può sfociare in democrazia, un'altra forma di governo degenerata, poiché quando governa il popolo c’è l’anarchia completa. L’ultima forma ingiusta di governo è l’oligarchia, il governo di pochi, che si fa trascinare dalle passioni di plenoxia e filotimia. L’aristocrazia e la monarchia sono governi migliori.

Il nucleo GNOSEOLOGICO-ONOLOGICO
Platone inizia il discorso gnoseologico - ontologico affermando che l’arte cerca di imitare le cose. Se questa imita la realtà, è cattiva e in questo caso deve essere bandita poiché da delle apparenze illusorie. L’arte che imita l’idea del bello, invece, è buona.

TEORIA DELLE IDEE
1° interpretazione – l’idea è la forma perfetta e immutabile di un oggetto che trascende il mondo sensibile (infatti risiede nell’iperuranio). Esempio: esistono tanti registri scolastici, tutti partecipano all’idea di registro immutabile e non sensibile. Limite: se il termine partecipar significa somigliare, per ogni oggetto ci sarebbero infinite idee.
2° interpretazione – l’idea è la definizione esatta di un oggetto, dunque idea di una cosa = definizione esatta della cosa. Limite: le idee andrebbero messe in relazione con altre cose. Mettere in relazione l’essere con il non essere è contraddittorio.
Tutte le idee sono in relazione con i 5 GENERI SOMMI: i generi sommi dell’essere, del diverso, dell’identico, del movimento e della quiete.

IL METODO DIAIRETICO
Questo metodo è una variante del metodo dialettico e consiste nel trovare la definizione di un’idea inserendola in un genere a cui appartiene per poi arrivare attraverso una serie di specificazioni alla definizione esatta.

IL PIACERE E LA FELICITA’ PER PLATONE
Platone osserva la posizione del senso comune il quale afferma che il piacere è il godimento che porta alla felicità. Platone osserva che non tutti i piaceri sono un bene per noi. Esistono tre posizioni filosofiche sul senso del piacere: gli edonisti, gli anti-edonisti e quelli della giusta misura. Gli edonisti sono simili ai sofisti e la pensano come il pensiero comune. Gli anti-edonisti pensano che il piacere provoca solo dolore e ci si deve astenere da esso. Il terzo gruppo ha il suo capostipite in Democrito, il quale afferma che la felicità sta nella misura; si può cercare ma nella misura in cui non ci porta a soffrire. Per Platone esistono piaceri puri ed impuri. Impuri sono quelli misti a sofferenza, i puri sono quelli scaturiti dalle sensazioni (olfatto, vista, ecc.). Infine, ci sono quelli che derivano dalla conoscenza, e fanno parte dei piaceri puri.

IL MITO DEL CARRO E DELLA AURIGA
Il mito racconta di un carro trainata da due cavalli, uno bianco (l’anima irascibile) e uno nero (l’anima concupiscibile). I due cavalli sono guidati da una auriga (la ragione, l’anima razionale) e sono diretti nel iperuranio per assorbire la sapienza delle idee. Più tardi si reincarneranno più saranno sapienti.

IL MITO DELLA CAVERNA
Due uomini sono imprigionati in una caverna divise in due da un muro. Le persone libere al di là del muro accendono un fuoco e proiettano delle ombre umane. Sulla parete della grotta uno dei prigionieri viene liberato, vedrà la realtà esterna e quando ritornerà per liberare i compagni sarà deriso se non ucciso con l’accusa di avere occhi guasti.
Simbologia: La caverna oscura = il nostro mondo; gli schiavi incatenati = gli uomini; le catene = l’ignoranza e le passioni che ci inchiodano in questa vita; le ombre delle statuette = l’immaginazione superficiale; le statuette = le cose del mondo sensibile; il fuoco = il principio; il mondo fuori dalla caverna = le idee; le immagini riflesse nell’acqua = le idee matematiche; il sole = le idee del bene.

I GRADI DELLA CONOSCENZA
Platone afferma che “ciò che assolutamente è, è assolutamente conoscibile; ciò che nessun modo è, nessun modo è conoscibile”, perciò l’essere corrisponde alla scienza, mentre il non essere corrisponde all’ignoranza. Tra queste vi è l’opinione. Platone paragona la conoscenza ad una linea che viene divisa in due segmenti (conoscenza sensibile e razionale) i quali vengono divisi in altri due segmenti (immaginazione e credenza da un lato, ragione scientifica da un altro).
 
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view post Posted on 30/5/2010, 12:24     +1   -1
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ARISTOTELE

Aristotele ritiene che prima di filosofare bisogna apprendere le regole per ragionare in modo corretto, la logica, chiamata da lui “organo della filosofia”. Tuttavia, per conoscere la realtà, bisogna studiare le scienze teoretiche che sono tre: metafisica, fisica e matematica.

LA LOGICA
Questa viene elaborata in tre scritti: “le categorie”, gli “analitici primi” e gli “analitici secondi”. Nel primo scritto Aristotele spiega la grammatica e, dunque, gli elementi fondamentali di essa: il soggetto, il predicato, i tempi, ecc. Dopo di ciò, negli analitici primi descrive la logica delle preposizioni, ed osserva che ci sono quattro tipi di preposizioni: l’universale affermativa, la particolare affermativa, l’universale negativa e la particolare negativa.

IL SILLOGISMO
Il sillogismo è un ragionamento dove, posta una certa premessa, ne consegue necessariamente una determinata conclusione. Il sillogismo è un ragionamento nel quale si danno due premesse che presentano i seguenti termini: il termine medio, il termine maggiore e il termine minore. Il termine medio è quello più importante, che permette la deduzione di una conclusione necessaria. Esempio: tutti gli uomini sono mortali, Socrate è un uomo, Socrate è mortale. Esistono quattro figure di sillogismo. Il sillogismo scientifico è quello in cui le premesse sono vere, e pertanto, le conclusioni sono vere. Le premesse vere si ricavano con l’esperienza, attraverso il metodo induttivo (dal particolare all’universale).

FILOSOFIA PRIMA (Metafisica)
Il termine metafisica è oggi sinonimo di filosofia prima. Questa è la scienza che studia l’essenza della realtà in un modo più completo della fisica, è la scienza che studia l’essere in quanto tale. La filosofia prima coincide, dunque, con l’ontologia ed è anche definita la scienza di dio, in quanto principio razionale del tutto. Aristotele critica tutti i filosofi che lo hanno preceduto, poiché ritiene che non esiste un solo principio. Gli ilozoisti s’ingannavano da soli poiché presupponevano, senza rendersene conto, un altro principio (il movimento) pertanto, un solo principio non può esistere. Aristotele, dunque, non conosce il numero di principi che esistono, ma, secondo lui, ogni oggetto per esistere ha bisogno di quattro cause: la causa formale, la causa materiale, la causa finale, e la causa efficiente. Oltre alla critica agli ilozoisti, critica Platone, il quale sostiene che questo abbia fatto un grave errore nel separare le idee dalla realtà, poiché separandole dalla realtà non riesce a dimostrare in che modo esse partecipano, appunto, alla realtà. Aristotele, allora, sostiene che l’essere si può dire in molteplice modi. Queste sono le categorie dell’essere e sono: atto, potenza, sostanza, luogo, tempo, azione, quantità, qualità e relazione. Tra tutte, la più importante è la sostanza perché tutte le altre categorie non sono altro che una determinazione della sostanza. Esistono due tipi di sostanza, la sostanza prima che è l’ente unico, e la sostanza seconda che è la specie.

ATTO E POTENZA
Se un oggetto è in potenza a qualcosa, il passaggio dalla potenza all’atto avviene solo se c’è un altro ente che fa passare l’oggetto dalla potenza all’atto. Tutto ciò che è in potenza per essere ha bisogno di un atto. Siccome nella catena non si può andare all’infinito, si suppone un atto 1° che non abbia in se alcuna potenza. L’atto 1° è Dio, definito motore immobile. Egli è atto puro, ed è anche fine, perciò Dio è ciò verso cui tende ogni cosa. A differenza del Dio cristiano, egli è soltanto un ente razionale che non può provare sentimenti, poiché sono legati alla sfera corporea. Inoltre, egli non crea il mondo dal nulla, poiché dal nulla non può nascere niente.
Possiamo affermare che il fine è sinonimo di atto poiché ogni cosa della natura ha un fine che è quello di realizzare la propria essenza, dunque, di passare dalla potenza all’atto. Poiché l’essenza di un ente è anche la sua forma, possiamo dichiarare che fine = atto = forma.

L’UNIVERSO ARISTOTELICO
La terra sta al centro dell’universo perché è l’oggetto più pesante. Dio sta al limite esterno della sfera e permette movimento di tutti gli altri cieli nell’universo. Le stelle fisse coincidono con Dio. Tutti gli astri che girano più lontani dalla terra, e dunque, sono più vicini a Dio, sono più perfetti.

LA TEORIA DELLA CONOSCENZA
Aristotele si fa un problema gnoseologico. Dobbiamo definire che cos’è l’anima: L’anima può essere la forma di un corpo, l’atto di un corpo, e dunque il fine di un corpo. Un corpo organico in potenza è un animale, dunque ci deve essere un’anima che riesca a far passare dalla potenza all’atto il corpo e le sue capacità. Tutti hanno un’anima e si divide in anima vegetativa, che ha la funzione riproduttiva e nutritiva, poi l’anima sensitiva, che ha la funzione locomotoria e sensibile, e infine, l’anima razionale, che comprende l’essenza della realtà. L’uomo è l’unico che ha tutte e tre le anime. Nel libro “De Anima” esamina diversi gradi della conoscenza. Ne individua tre: la sensazione, l’immaginazione e l’intelletto. Quest’ultima appartiene solo all’uomo e ci permette di conoscere l’essenza delle cose. L’essenza, dunque, è intelligibile. Il nostro intelletto non potrà mai passare da solo dalla potenza all’atto, perciò esistono intelletti attivi e passivi. Nel passivo, gli intelligibili sono in potenza, e l’intelletto attivo fa passare gli intelligibili dalla potenza all’atto. Tuttavia, ci sono dei limiti. Il primo limite è l’ambiguità dell’intelletto attivo poiché non capiamo se si tratta veramente di Dio; poi a differenza di Platone, per Aristotele conoscere non è ricordare; infine, l’intelletto passivo è mortale, mentre per Platone è immortale.

LA FISICA DI ARISTOTELE
Aristotele osserva che una delle categorie più importanti è quella del luogo (che noi chiamiamo spazio). Per lui il vuoto non esiste e, pertanto, lo spazio come lo intendiamo non esiste, e il luogo è il contorno di un corpo, ovvero il suo limite, Lo spazio è come se fosse il contenitore delle cose.
Ora bisogno analizzare il tempo che è “la misura del movimento secondo il prima e il dopo”. Noi non possiamo percepire il tempo se non c’è movimento. Esistono vari tipi di movimento (traslazioni, crescita, ecc.). Il tempo esiste perché ci siamo noi, senza l’uomo non esisterebbe perché nessuno è in grado di misurarlo.

L’ETICA ARISTOTELICA
L’etica si occupa della condotto dell’uomo e di individuare quale sia la condotta buona per poter raggiungere la felicità. Anche Aristotele si chiede cosa sia la felicità. Conoscere l’essenza della realtà è sempre accompagnata dal piacere, pertanto, significa attuare il nostro bene e la nostra felicità. Dobbiamo raggiungere un equilibrio pratico nelle nostre condotte, in modo di evitare gli eccessi. Le regole che stabiliscono l’equilibrio sono chiamate virtù. Le virtù che ci danno l’equilibrio nella condotta sono quelle etiche: il coraggio (il termine medio tra due estremi opposti, la temerarietà e la viltà), la generosità (il giusto mezzo tra avarizia e prodigalità), ed infine, la più importante, la giustizia. Per Aristotele esistono due tipi di giustizia: la giustizia distributiva e la giustizia correttiva. La distributiva da a ciascuno ciò che gli spetta in proporzione ai propri meriti e alla propria condizione sociale. La correttiva interviene a correggere gli squilibri, che possono crearsi nei rapporti tra gli uomini.
 
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5 replies since 24/5/2010, 21:57   129 views
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