Saint Seiya Hades

KAMI

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TOPIC_ICON1  view post Posted on 23/12/2010, 18:33     +1   -1
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"Houhe o Taraluna, Ron de Rotarel!" Discendente della famiglia Phantomhive e amante segreta di Alois Trancy

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Analizziamo ora le varie divinità che appartengono al culto shintoista^^.

« Tutto ciò che c'è di maestoso e solenne, che possiede le qualità dell'eccellenza e della virtù ed ispira un sentimento di meraviglia, è considerato kami »

(Motoori Norinaga)

I kami, termine tradotto in genere con "dèi", "divinità", sono le entità spiritiche che popolano tutto l'universo, sono gli spiriti della natura, e si esprimono attraverso essa. Per il fedele shintoista una cascata, la Luna o semplicemente una roccia, possono essere considerati come espressione dei kami ed elementi mistici in grado di porre in contatto con la sfera divina. Anche semplici forze, ovvero i cicli che regolano l'universo, come la fertilità o la crescita, possono essere visti come manifestazione delle impercettibili forze divine che popolano la natura.

I kami sono stati definiti anche con il termine li, ovvero "intelligenze innate", oppure "principi". Questa miriade di definizioni sta ad indicare la complessità nel dare una spiegazione al concetto stesso di divinità shintoiste. Spesso è utilizzato anche il termine cinese shen ("esseri di luce", "divinità"), forma più originale di shin, la radice della parola Shinto (etimologia completa spiegata nell'introduzione).

I kami non sono dunque divinità trascendenti; sebbene siano impalpabili, popolano lo stesso universo in cui si trova l'uomo, si trovano solo ad un livello esistenziale superiore. Nel tempo l'immagine dei kami è andata a caratterizzarsi, tanto che è comune trovarli rappresentati in forma antropomorfa, e circondati da ampi corollari mitologici; tuttavia il messaggio essenziale è rimasto invariato, le raffigurazioni sono solo delle maschere, volte a rendere concepibili all'uomo concetti così complessi. È molto frequente, infatti, in particolare nello Shintoismo moderno, l'utilizzo di uno specchio per rappresentare le divinità. Questa è la migliore raffigurazione che possa far comprendere all'uomo moderno un concetto così profondo. Lo specchio sta infatti ad indicare che ogni cosa riflessa da esso è incarnazione e manifestazione degli dèi. In alternativa, come raffigurazione, vengono anche utilizzate composizioni geometriche di carta o di stoffa.

I kami sono collettivamente chiamati Yaoyorozu no Kami (八百万の神, Yaoyorozu no Kami letteralmente "otto milioni di kami"). Il nome arcano Yaoyorozu ("otto milioni") non è il numero esatto, ma piuttosto un modo simbolico di indicare l'infinito in un'epoca in cui questo concetto non esisteva. Il kami più importante, e certamente il più invocato e venerato è la dea del Sole Amaterasu. Il tempio principale a lei dedicato è situato a Ise e ad esso sono affiliati numerosi templi minori.

Nella classificazione kami possono essere inclusi anche altri tipi di spiriti, ed entità:

* Dosojin: i dosojin o sai no kami o ancora dorokujin, sono le divinità delle strade e dei sentieri, ovviamente più in senso metaforico che in senso lato, quindi strade è da intendere anche come i sentieri della vita, le direzioni e le scelte che la caratterizzano. I luoghi in cui si dice siano soliti manifestarsi sono contrassegnati da pietre o sculture, poste ai lati delle strade, oppure agli incroci o in prossimità dei ponti. In qualità di divinità patrone dei confini, i dosojin si dice proteggano dagli spiriti maligni e da catastrofi o incidenti stradali. Le pietre di segnalazione dai luoghi in cui presenziano rappresentano solitamente piccoli esseri antropomorfi, o in alternativa possono essere semplici pietre con inscrizioni. In alcuni paesi si ritiene che i dosojin siano manifestazioni del kami della fertilità, in altri casi del kami patrono dei bambini. I popolari festival del fuoco del Giappone, che si tengono il 15 gennaio di ogni anno, sono conosciuti con il nome di festival dei dosojin. L'usanza prevede che in questa giornata vengano bruciati tutti gli ornamenti, i talismani e altre decorazioni utilizzate nei templi durante la festa del Nuovo Anno. Le decorazioni, solitamente di bambù e carta, vengono gettate nel fuoco per propiziare salute e ricchezza per l'anno appena iniziato. Questa tradizione legata al fuoco ha molti nomi, tra cui Sai no Kami, Sagicho e Dondo Yaki. La tradizione vuole che dal crepitio delle fiamme si riesca ad interpretare se l'anno sarà ricco e prospero. L'origine delle pietre dosojin si è persa nelle nebbie del tempo. Tradizioni simili si possono comunque riscontrare nel mondo buddhista (nello stesso Giappone i dosojin in stile buddhista sono detti jizo), la tradizione stessa delle pietre di segnalazione di spiriti nei pressi delle strade è rintracciabile ad esempio in India, dove il Buddhismo nacque all'incirca nel 500 a.C. Il Buddhismo fu introdotto in Giappone solo nel VI secolo dopo Cristo, e con esso probabilmente la tradizione dei dosojin.
* Ujigami: gli ujigami (氏神, letteralmente "kami con un nome") sono kami particolari, che si ritiene siano protettori di una specifica località o un singolo paese e in molti casi si tratta degli spiriti dei fondatori del paese stesso. I membri della comunità che venera un ujigami sono solitamente chiamati ujiko (anche se questo nome spesso sta ad indicare il gruppo di persone addette alla manutenzione dei templi di provincia). Queste caratteristiche rendono il culto degli ujigami molto simile a quello dei santi cristiani.
* Mizuko: i bambini che muoiono in età infantile senza essere stati aggiunti alle liste di un tempio (vedi la sezione culto templare), divengono mizuko (letteralmente "bambino d'acqua") e si ritiene che causino problemi e pestilenze. I mizuko vengono spesso adorati in templi specifici con lo scopo di placare la loro rabbia e tristezza. Questi templi sono diventati più popolari nel Giappone moderno con l'aumento degli aborti.
* Spiriti ancestrali: lo Shintoismo insegna che ogni essere vivente possiede una propria anima, chiamata reikon che, con la morte assume uno status simile a quello dei kami. Coloro che muoiono senza problemi e in felicità divengono spiriti ancestrali, festeggiati nel giorno di Obon. Essi possono essere pertanto venerati come tenjin ("spiriti celesti"), e può essere loro richiesta protezione sulla famiglia e sulle vicende ed attività familiari; un'usanza molto simile, dunque, a quella di molte altre grandi religioni. Per persone molto eminenti e sagge può essere edificato anche un tempio, pratica comune se il defunto era particolarmente popolare.
* Yurei: gli yurei sono i fantasmi. Mentre le anime felici diventano spiriti ancestrali, chi muore infelice o di morte violenta si sostiene divenga un fantasma, uno degli stati spirituali più vicini a quello umano sia per lo Shintoismo che per il Buddhismo. Il termine yurei significa letteralmente "fantasmi tormentati", perché questi spiriti tenderebbero a causare problemi.
* Spiriti zoomorfi: la maggior parte dei templi shintoisti, presenta ai lati dell'ingresso due statue raffiguranti creature dall'aspetto di cani-leoni, sono i cosiddetti komainu, raffiguranti gli spiriti guardiani del tempio che tengono lontane le entità maligne. I templi dedicati ad Inari fanno eccezione, sono infatti tipicamente guardianati da tanuki (animali simili ai procioni in grado di trasformarsi in uomini) e uccelli antropomorfi chiamati tengu. Ovviamente nel tempo sono nate molte varianti, si possono trovare ad esempio anche spiriti dall'aspetto di scimmie. Ad ogni modo tutti questi spiriti sono collettivamente chiamati Henge, che significa "muta-forma", poiché si crede che possano assumere sembianze umane. La tradizione di questi spiriti guardiani è rintracciabile anche nelle tradizioni buddhiste e taoiste. Vi sono centinaia di leggende che narrano di incontri tra umani e queste creature magiche, considerate a volte benefiche e a volte malefiche. Fanno parte di questa categoria anche i due kami zoomorfi più comuni, il kappa e il drago.
* Forze della natura: anche alcune forze ed elementi della natura, sono considerate manifestazioni della matrice divina di tutto l'universo. Queste forze possono includere quelle rappresentate dai vulcani, come ad esempio il Monte Fuji, caratterizzato dalla sua dea protettrice. Oltre ad essi ogni luogo particolare, come ad esempio una scogliera, una cascata, un lago, vengono visti dai fedeli shintoisti come luoghi di intenso potere spirituale.


Yokai: il termine è solitamente tradotto con demoni. È una categoria non molto definita, che a volte può sconfinare nelle altre. Generalmente si tratta di esseri che abitano una dimensione molto vicina a quella umana. Si dice che la maggior parte di essi eviti l'incontro con gli uomini, anche se esistono eccezioni. Gli yokai sono generalmente associati al fuoco e all'estate, poiché verrebbero attirati dal calore. Sono rappresentati, di solito, con aspetto grottesco e terrificante.

Davvero affascinante questo culto!!! Credo che comprerò un libro per approfondire^^
 
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